- Il mal di testa (2)
Il mal di testa comunemente inteso, ha un carattere compressivo e può durare a lungo fino ad alcuni giorni.
Il dolore scaturisce dalla tensione nei muscoli della testa, delle spalle, del dorso e della colonna vertebrale, così come dalla tensione nei vasi sanguigni: sintomi espressi già dal corpo quando il mal di testa arriva in forma conclamata.
Si presentano come rigidità del tratto “cervicale“ o come tendenza all’ipertensione arteriosa, quando questa non è già riscontrabile.
La rigidità ai muscoli del collo che si irradia verso la nuca e la spina dorsale – la cervicale – si è realizzata gradualmente da quando quel corpo ha scoperto che il punto dove più facilmente può bloccare i messaggi – energie che giungono dal basso e che vorrebbero essere accolte e concretizzate, è il collo. Quella che chiamiamo “cervicale “ è la conseguenza di queste contratture, messe in atto ogni volta che crediamo di doverci allontanare dal nostro mondo istintuale, perché gli schemi accettabili di comportamento per noi rassicuranti, limitano lo spazio- tempo al nostro agire.
Ogni volta che scatta un’esigenza del corpo a vivere un rapporto più coinvolgente con il mondo, viene subito bloccata.
Il sangue è vita, possiede la caratteristica del calore e del movimento, è il rappresentante più esplicito dei sentimenti. Il sangue, più di altre parti del corpo, si trova esposto al conflitto fra la razionalità e le passioni, tra testa e cuore; entrambi questi organi hanno bisogno di una buona irrorazione. Il sangue scorre tra i due poli, cercando di mantenere l’equilibrio. L a pressione è data dal rapporto fra la spinta che il cuore esercita sul sangue perché circoli, e la resistenza offerta dai vasi in base alla grandezza ed allo spessore. Avremo una pressione normale quando c’è conciliazione tra bisogni del cuore e bisogni della testa - sentimenti e pensieri razionali -. Se il confine è restrittivo, se le regole sono troppo ferree e il controllo dell’Io troppo rigoroso, i vasi sanguigni rigidi diminuiscono la sezione, il sangue protesta, e cerca di farsi sentire attraverso una pressione esagerata, per il bisogno di spazi più ampi e … gratificanti. Il conflitto tra pensiero e sentimento è al centro del mondo di questo individuo, che tende a presentarsi come controllato e tranquillo, ma a volte traspare una tensione che ne fa un essere inquieto e taciturno su ciò che lo riguarda più da vicino. Spesso cerca di dominare il suo mondo interiore con l’iperattività.
La testa è il luogo dove sono percepite le funzioni intelligenza, ragione e pensiero; si teme che sentimenti ed emozioni possano farci perdere la testa. E’ necessario consentirle di dare valore alle energie-messaggi delle funzioni cuore, così come ad ogni emozione ed intuizione, perché ciò significa autorizzare e quindi dare vita alle esigenze del corpo più profonde, più vitali, a volte inconsce. Esigenze spesso non accettabili dal pensiero razionale, che si è strutturato nell’individuo con una educazione più o meno rispettosa della individualità. Le persone che giungono a questa sofferenza appaiono fortemente orgogliose, con manie di perfezione … che perfezione non sarà, ma può essere solo un riportare a norma, a schema che si presume giusto tutto quello che la vita presenta loro; cercano di imporre la loro volontà, come se questo fosse vitale, come se non vi fosse altra via, altra verità …fino a sbattere simbolicamente la testa. Così si afferma solo il nostro io, quello che crediamo di volere e che spesso non corrisponde ai bisogni del Sé, vera espressione della nostra individualità. Le aree cerebrali dovrebbero essere luogo di accoglienza di ciò che viene partorito al nostro interno, luogo della dea Metis, la funzione intelligenza sacra per la mitologia greca, che corrisponde all’intuizione. E’ Metis, dopo essere stata divorata da Giove ( la saggezza è dentro di noi ) che partorisce Athena, la dea della ragione. E’ ragione, è ragionevole, è in sintonia con il tutto - quindi religioso - solo ciò che è figlio dell’intuizione, altrimenti ciò che credo di volere è solo un condizionamento che viene da fuori, da altro da me. L’intuizione è la funzione che - utilizzando tutto quello che io sono ed io so, anche se nel momento non ne sono consapevole - esprime quella che si può considerare la verità, cioè la risposta ad una situazione stimolo che è la più opportuna per l’individuo e per la relazione, anche quando al momento può non sembrare, se analizzata con quello che siamo indotti a ritenere utile. Seguire quello che ci dice la testa non più collegata agli altri centri, porta invece ad una sofferenza di cui il mal di testa è il primo segnale: il dolore rivela che stiamo sbagliando …il pensiero è sbagliato, i ragionamenti sono sbagliati, la lettura della realtà è ormai fuori dal rispetto della vita: di conseguenza le mete perseguite sono sbagliate, non servono ad esprimere noi stessi e le energie che la vita ha deposto in noi e pretende che le siano restituite. La tensione che serve a tenere tutto sotto controllo e che poi si struttura nella fisiologia, può risolversi solo con la distensione della nostra vita, che implica rispetto per tutto ciò che noi siamo oltre le funzioni cerebrali. In questi soggetti tutte le altre funzioni non sono tenute in debita considerazione, perciò a lungo andare perdono vitalità. Chi fa uso per anni di antidolorifici e reprime questo messaggio di disagio del corpo, che come ogni sintomo è un campanello di allarme, rischia di compromettere seriamente la salute dell’intero corpo.
Quando il mal di testa è una emicrania - dolore in una sola metà della testa ed in maniera aggressiva - spesso si presenta insieme a fastidio per la luce, disturbi dello stomaco e dell’intestino, vomito e stitichezza.
Qui la correlazione è con queste altre funzioni che primariamente hanno subito un tradimento.
Il termine emicrania, mezza testa, indica chiaramente che questi pazienti danno spazio solo al pensiero razionale.
Il paziente che ha mal di testa da tensione è alla ricerca di separare la testa dal collo, chi soffre di emicrania concentra tutto sulla testa e cerca di spingere e risolvere qui ogni problematica che gli procurano le passioni, in particolare la sessualità.
Sarebbe riduttivo considerare l’emicrania solo come la conseguenza di un disagio nella sessualità perché spinta a livello cerebrale. E’ assente l’erotizzazione di ogni aspetto della vita: la passione, l’entusiasmo sono funzioni negate, non accompagnano l’agire, sono solo pensate …
I desidera, la costellazione di potenzialità deposte in noi non sono più percepite, individuate, risultando così svalutate. Addome e testa sono polarità e come tali l’uno non può essere sostituto dell’altro.
Questo si vede chiaramente nelle persone che arrossiscono: nelle situazioni in cui stimoli non previsti e non controllabili arrivano a toccare funzioni non autorizzate, il sangue da lì si sottrae, va alla testa e si diventa rossi. E’ la capacità di abbandonarsi all’emozione, di accoglierla, di darle vita, che è compromessa negli individui che soffrono per i sintomi della testa e correlati: in essi è impossibile perdere quel controllo che viene da schemi rigidi che necessariamente sentono di dover applicare. La scelta più facile, in tal caso, è il sacrificio del piacere e dei bisogni del corpo – i desidera – che hanno al loro interno ragionevolezza e misura. Voglio affermare di nuovo, come spesso mi capita, che una ragione correttamente intesa non può che essere aperta e basarsi su ciò che dalla natura scaturisce. La lettura di ciò che il corpo racconta - i bisogni ed i desideri - ha da essere illuminata e mostrarsi nella sua piena ragionevolezza. E’ importante sottolineare che l’individuo, per vivere, ha necessità di sentire. Il sentire consente quella trasformazione, quel movimento interiore, che caratterizzano la vita: se questo non avviene, permettendo ad ogni singola funzione di accadere e di esprimersi, e ad ogni singola cellula di essere spremuta in quello che si può definire un orgasmo cellulare, il corpo cercherà quel sentire con il dolore.